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sabato 14 maggio 2016

Matteo Schifanoia – Lo scapolo

di William Molducci

Il cantassurdautore è il termine con cui ama definirsi Matteo Schifanoia, consapevole del fatto che, quando la crisi colpisce anche il rock, al cantautore non resta che farsene una ragione e assumere toni goliardici e assurdi. Con queste parole presentiamo il disco d’esordio di un artista originale che si destreggia, con allegria, tra swing e jazz, spaziando in varianti latin, blues, funk, elettronica e pop.



Il supermarket delle etichette coinvolge anche i contenuti dell’album che parla di amore sociale, status quo, vita da single e di situazioni tanto originali quanto surreali. Il punto di vista è ironico per non dire bizzarro, con un pizzico di poesia e tanto senso dell’humour.
Con lo scapolo guai a parlare di sesso altrimenti poi c’è il rischio anche di renderlo depresso”, questa è una strofa, estrapolata da “Lo scapolo”, cantata tra cori, ottoni e dal ritmo un po’ sincopato, rende chiara la crisi rock di Matteo Schifanoia, cantore ispirato e ironico, che, come dice sempre lui, di questi tempi il lavoro non lo trova neppure Scotland Yard.

"Lo scapolo" è l'album di esordio di Matteo Schifanoia

E’ una crisi rock, che rischia di diventare un po’ pop, come ama ripetere Matteo in “Crisi rock”, accompagnato da basso e fisarmonica e dai luoghi comuni più in voga in questo periodo.
La malinconia della star, che si ubriaca dentro il bar, introduce la “Notte seria”, tra nottambuli loquaci e birre bionde. Qui l’ironia è pungente, meno allegra e più complessa, un po’ di poesia ci porta nei bar, dove le serate scivolano via.
Costa meno” avere amici puttanieri, piacioni, mascalzoni, ragazzi poco seri che avere amici simpatici e carini, canta Schifanoia in quella che appare una simpatica vendetta, per poi parlare di amore in “Santa la bella stella stanca”, anche qui con il coro che sorregge l’anima popolare della canzone, una ballata che rivela la parte romantica del suo autore.

Matteo Schifanoia

Il “Guardaroba impazzito” racconta una storia surreale dalla parte dei vestiti, dai pantaloni alla gonna, dalle mutande ai corpetti. Un consiglio? Non dare al guardaroba del tu!
Il disco di Schifanoia non ha battute d’arresto, cattura sin dalle prime note fino a farsi ascoltare per intero, senza mai fermarsi. “Lolita” è uno degli otto brani che confermano la tesi, con l’aggravante di sentirsi un po’ vecchi, la prima volta che ci danno del “Lei”, così come “Un sognatore in bianco”, dallo stile Dixieland – New Orleans Jazz, dove un uomo, intento a fare colazione al bar con un cornetto vuoto, sogna a occhi aperti, per compensare la mancanza di quelli notturni.
E’ una crisi rock, come dice l’omonima canzone, e presto saremo un po’ tutti pop, di sicuro se dovessimo passare qualche mese in una qualsiasi isola dei famosi, questo è un disco da portarsi assolutamente appresso.

"Lo scapolo" in Pop Art


Il video ufficiale de “Lo scapolo”:




Copyright by William Molducci

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