di William Molducci
Vivere ad Algeri offre molte
opportunità, una di questa è quella di conoscere la musica algerina
e le sue diverse espressioni: Raï, Kabyle, Staifi, Chaabi, Haouzi,
Chaoui, Sahraoui,
Andalusa, Gnawa, Malouf, Gasba, Rap, Charki, tradizionale e jazz,
oltre a quella magrebina,
araba, libanese, egiziana e medio orientale in genere. La scena
musicale fa riferimento ad artisti di fama internazionale quali
Khaled, Cheb Mami, Cheb Hasni, Zahouania, Reda Taliani, Idir, Souad
Massi, Gnawa diffusion.
Il Raï è il genere musicale
dell'Algeria più conosciuto nel mondo, la sua nascita risale agli
anni settanta, riconducibile alla città di Orano, da sempre fulcro
della cultura del paese. Questo genere fonde le musiche popolari
dell'ovest algerino e del pop elettrico occidentale.
La parola Raï
significa "punto di vista", il termine si diffuse
nell'epoca in cui il cheikh (maestro), poeta di tradizione melhoun,
prodigò saggezza e consigli sotto forma di poesie cantate nel
dialetto locale. Tuttavia, nel contesto della nenia popolare, il
cantante si lamenta del suo malumore incolpando la propria facoltà
di giudizio, il suo raï, che cedendo ai sentimenti lo porta a
prendere decisioni sbagliate. (*)
Orchestre El Djazira de Kouba |
L'orecchio occidentale deve
abituarsi ai suoni e agli strumenti tradizionali di questo paese,
lontani dai ritmi e dalle nostre intonazioni, il risultato
dell'educazione all'ascolto è di iniziare ad apprezzare una diversa
musicalità, favorendo un arricchimento culturale e un'apertura
mentale, indispensabili per comprendere i tanti aspetti e le
contraddizioni di questa nazione.
Cheba Amal |
Tra gli
strumenti più diffusi vi sono vari tipi di violini, sia quelli del
mondo arabo sia di tipo europeo, questi ultimi accordati in modo
diverso. Il violino più utilizzato è il Kamanjah, ottenuto da una
noce di cocco spaccata a metà, ricoperta di pelle di pecora o di
pesce. Il suonatore lo utilizza tenendolo in grembo, seduto sul
pavimento a gambe incrociate. Anche il Rabab è molto diffuso in
tutto il Maghreb, si tratta di uno strumento a corde sfregate
dall'arco, realizzato da un unico pezzo di legno con il corpo di
forma stretta e convessa. Altri strumenti tradizionali sono: guesba
(flauto speciale), oud (strumento della famiglia dei liuti a manico
corto, con cassa piriforme con tre fori decorati a rosette),
chitarre, mandolini, tanbur (strumento a corde di origini orientali),
kanun (cordofono a 72 corde della tradizione classica araba) e
Luth-Liuto di origine persiana. Nel Raï i più utilizzati sono: nay
(flauto orientale), derbouka (percussione) e bendir (tamburo a
cornice), oltre a quelli di origine occidentale.
I Cameleon, una ventata di aria nuova proveniente da Orano, sentimenti e poesia nelle loro canzoni |
La musica Gnawa predilige
strumenti quali il sintir, un
liuto-tamburo a tre corde con due parti principali in legno e i
tbola, un tamburo grande e uno piccolo, solitamente decorati con
l’henné. Si tratta di una musica etnica tipica del Sud del Marocco
e del sud-ovest dell'Algeria, che si dice provenga dagli schiavi
originari dalla Guinea, che la suonavano in occasione di particolari
cerimonie. Il suo ritmo è ipnotico e capace di indurre uno stato di
trance, grazie ai suoni bassi e ritmati del sintir,
canti ad antifona, battito di mani e percussioni di cembali chiamati
krakeb.
Musica e danza sono impiegate per evocare forze spirituali capaci di
estirpare il male, curare malattie della psiche e guarire addirittura
le punture dei micidiali scorpioni del deserto. Con il passare del
tempo, la musica Gnawa ha iniziato a destare interesse anche al di
fuori della società tradizionale ed è salita alla ribalta
internazionale. Suonatori Gnawa collaborano con musicisti di fama
internazionale quali Bill Laswell, Adam Rudolph e Randy Weston.
Naturalmente i tradizionalisti sono contrari alla commistione tra un
genere considerato sacro con musiche decisamente più commerciali,
mentre artisti come Hassan Hakmoun allestiscono spettacoli per chi
desidera assaporare un'esperienza di musica e trance.
Raï e Gnawa sono due aspetti
della variegata scena musicale algerina, in costante crescita e
trasformazione. Con questo primo articolo abbiamo iniziato a
parlarne, consapevoli che i ritmi e le loro tradizioni ci
diventeranno sempre più familiari.
Gruppo di Algeri dalla straordinaria musicalità, valido esempio di musica andalusa algerina |
Alcuni artisti
Idir è il musicista cabilo
più conosciuto all'estero, grazie al brano “A vava inouva” (Il
mio papà), una dolce ninna nanna con le parole di Ben Mohamed. Il
musicista algerino esordì a Radio Algeri, inventandosi lo pseudonimo
che lo avrebbe reso celebre, per non far sapere ai propri genitori
che stava intraprendendo la carriera artistica. “A vava inouva”
ebbe un exploit immediato, da allora Idir ha prodotto un numero
limitato di album, avvalendosi spesso dei testi di Ben Mohamed.
Questo brano è considerato il primo grande successo venuto
dall'Africa settentrionale e rappresenta l'affermazione del ritorno
alle radici, un sentimento molto sentito dagli algerini.
In questo album Idir si apre al mondo, con strordinari ospiti e duetti |
Souad Massi è una sensibile e
raffinata cantautrice nata ad Algeri nel quartiere popolare di Bab
El-Oued, reso famoso dall’omonimo film di Merzak Allouache.
Incoraggiata dal fratello maggiore, iniziò a studiare musica in
giovane età, cantando e suonando la chitarra. Crescendo apprezzò
sempre di più il rock e il genere country americano, stili musicali
che avrebbero influenzato il suo modo di comporre. Souad canta in
arabo algerino, francese e, occasionalmente, in inglese e cabilo,
alcune volte impiegando più lingue nella stessa canzone.
Grazie a Souad Massi che ci ha regalato questa sua fotografia |
Amazingh Kaleb, figlio dello
scrittore algerino Kateb Yacine, ha formato una delle band più
famose di questo genere, conosciuta con il nome di Gnawa Diffusion.
Il gruppo, che vive a Grenoble in Francia, è noto per la fusion tra
reggae e tradizione, i testi dei loro brani sono in lingua araba,
tamazight, francese e inglese.
Gnawa Diffusion |
Khaled è il più famoso
musicista di Raï,
conosciuto all’inizio della carriera con il nome di Cheb
(il giovane) Khaled.
La sua musica è un mix di ritmi nordafricani, spagnoli, francesi e
anglosassoni. I testi sono in algerino, arabo e francese, il successo internazionale è arrivato grazie a “Didi”, mentre l’album
più recente si intitola “C’est la vie”.
"Kenza" è uno dei migliori album di Khaled |
Abdou Driassa è un cantante
algerino figlio di Rabeh Driassa (musica tradizionale), che canta il
genere Raï e, nei concerti live, anche i classici francesi. Il suo
ultimo album si intitola "J'ai mal", il cui brano più
conosciuto è "Balak".
Abdou Driassa, durante il concerto tenuto ad Hassi Messaoud nell'aprile 2009 (Ph. William Molducci) |
Kaled e Noa – Imagine:
Gnawa diffusion – Japan
tour:
Abdou Driassa – Balak:
Souad Massi – Houria
(Officiel):
(*) = personale rielaborazione
da Wikipedia
L’immagine “Pop Art”
elabora la fotografia originale di Poudou99 – Creative commons 3.0
Copyright by William Molducci
3 commenti:
Merci bcp - Abdou Driassa
William, e' veramente un gran lavoro. complimenti - Ahmed M.
Merci à vous, salutation d'Alger
Groupe CAMELEON
Posta un commento